Scena del crimine 3 / Blood parte 3

di Vale AlbaDiggi

 

San Francisco

Palazzo di giustizia – Bryant Street 850 - Sede del CSI

Ben uscì dall’ascensore, facendosi strada fra la folla che invece vi entrava. Il caos di quel luogo lo colpì in maniera particolare, c’era stato il giorno prima e non l’aveva trovata così gremita di gente.

“Dev’essere a causa del macello di ieri.” pensò Reilly. Trovare il tenente Lennon fu più difficile del previsto: secondo alcuni agenti di guardia era sulla scena del crimine di S. Clara Avenue, secondo altri era in giro per il CSI, mentre altri ancora la stavano cercando. Alla fine, Shirley Lennon apparve misteriosamente, sbucata da uno dei tanti laboratori d’analisi.

- Agente Reilly! – disse vedendolo.

- Tenente. – rispose lui formalmente – Sono venuto a parlarle… -

- Del mio discorso di ieri con il Presidente della commissione O’Hara? -

- Io…si, ma come… -

- Come faccio a sapere che lei sa? Faccio questo mestiere da un bel po’ di tempo, agente, e credo di essere in grado di accorgermi se qualcuno origlia una mia conversazione, lo dica al suo amico Willis. Inoltre vedo che lei ha in tasca una copia del San Francisco Herald, dovrebbero esserci le mie dichiarazioni sul suo salvataggio di ieri.  -

- Si, sono… -

- Sono quello che devono essere. Ha salvato una vita, ieri, oltre che un testimone. Perciò ho parlato con la stampa e ho proposto la sua promozione e il trasferimento al CSI, se lei è d’accordo. -

- Tenente, le sono grato, mi creda. Ma non posso entrare nel CSI, mi dispiace. – Ben infilò una parola dopo l’altra, cercando di non tradire il suo sentimento contrario.

- Davvero? E perché? – disse la Lennon con semplicità.

- Perché… - cominciò a dire l’agente -…non rida, per favore. La verità è che non lo so. -

Un piccolo sorriso sfuggì al tenente.

- Si, lo so, è ridicolo. È che sono abituato ad agire così…a pensare che la vita non mi appartenga e che il mio sia solo un furto. -

- A proposito di furto… - disse Shirley, guardandolo furbescamente – Sa che ho mandato al laboratorio di analisi quel… reperto che ha “trovato”? -

 

Hotel “San Josè” su San Josè Ave (che fantasia il propietario, eh?) –contemporaneamente

- Ehi, bellezza svegliati. – disse Logan.

- Gggruuuhhmmmm… - fu la risposta.

- Emma, alzati…altrimenti potrei distrattamente infilarmi sotto le coperte. -

- Uhmmm…è uno sporco ricatto. Non tutti possiedono un fattore rigenerante accelerato come te… -

Quelle parole stimolarono un ricordo nella mente di Logan; si osservò le braccia su cui la notte prima Henry McCoy, un X-Man, un amico, aveva aperto delle ferite profonde, in preda ad un raptus feroce inspiegabile per il canadese.

- Dobbiamo andare a cercare Hank. – disse Colosso entrando nella stanza.

- Va bene, va bene… - disse Emma Frost, scendendo dal letto.

- Ti aspettiamo fuori mentre ti prepari. – disse Peter.

- No, perché…sono certo che Emma sia una donna moderna… - disse Wolverine, ma possenti mani lo trascinarono fuori.

 

Sede del CSI – nel frattempo

- L’apparecchio non è un manufatto. Sembra prodotto in serie. – disse Larry Talenkov, del laboratorio di analisi del CSI – O almeno così ha detto Marie, è lei l’esperta di roba elettronica…comunque, quello che posso dirle io, tenente, è che hanno usato questo affare per succhiare il sangue dalle vittime, il che esclude Franklin Ganaver, non credo che fosse in grado… -

- Non saltare alle conclusioni. – disse il tenente.

- Ok…comunque, credo che questo gingillo venga da Mansell Street o da lì vicino…ho trovato tracce di polline di graminacee…di un tipo che si trovano solo al John McLaren Park che è lì vicino.-

- Alt! – disse il tenente Lennon – È poco, Larry. Una difesa farebbe a pezzi questa prova in un attimo. -

- Ho avuto poco tempo, sto ancora aspettando i risultati di altre analisi…questo congegno ha contenuto molto sangue e di diversi gruppi sanguigni. Credo si tratti di sangue mutante, perché la macchina si è impallata… -

- Prova a reimpostarla per ricercare geni umani aberranti. – intervenne l’agente Reilly - Dovrebbe darti il gene X; - il CSI squadrò Ben con stupore e questi continuò – si, lo so…il gene X non è aberrante, ma le vostre macchine non lo riconoscono… -

- Io…ci proverò…se il tenente… -

- Larry, smettila di chiamarmi “tenente” solo perché c’è un estraneo allo staff. – disse la Lennon continuando – Hai il mio permesso. Fammi fare quattro chiacchiere con il nostro amico. -

Dicendo questo, trascinò fuori Ben e prima che potesse parlare, prese la parola. 

- Senta, Reilly – disse lei – come le dicevo prima, faccio questo mestiere da un bel po’, perciò se io dico che una persona ha le capacità di entrare nella mia squadra quella persona può entrare nella mia squadra. Vede, se avesse un qualche motivo per non lasciare il suo lavoro, avrei taciuto. Che c’è…non vuole lasciare un collega con cui va molto d’accordo? -

- Ah, beh…se è per questo c’è Steve Harris che già mi invidia, perché lui ha fatto domanda da una vita per entrare nel CSI… -

- È suo amico? -

- Si, ma non è questo che mi trattiene. Vede, si tratta del fatto che non credo di meritarmi questo possibilità. -

- Reilly, era lei a impartire consigli ai miei esperti, vero? Lei non solo può entrare nel CSI, lei lo merita, Reilly, lo capisce? È suo il merito. -

- Io…grazie…è solo che… -

- Senza fretta. Ha del tempo per pensarci, dato che dovrò convincere i miei superiori. -

- D’accordo… -

- Ci rivedremo Reilly. Spero che per allora avrà cambiato idea. -

Ben non replicò, anche se avrebbe voluto farlo. Salutò la donna e si avviò verso l’uscita, con la testa confusa e il cuore ricolmo di ricordi.

 

San Francisco – luogo imprecisato

Il dolore era indescrivibile, la rabbia oltre ogni controllo. Percepiva la città come un’enorme tana echeggiante di suoni e di odori, il che gli dava la sensazione di stare in una “casa”, anche se nel senso più ancestrale del termine. Grugnì con veemenza, poi arrivò carponi fino al parapetto del balcone dove si trovava: riconosceva quegli odori. Doveva seguirli.

 

Drew & McCabe investigation – primo pomeriggio

- Posso aiutarla? – chiese Lindsay McCabe, alla ragazza bionda che era entrata nell’agenzia.

- La signorina Drew? – chiese l’altra.

- No, sono Lindsay McCabe. Jessica al momento è fuori città, diciamo, ma può dire a me. -

- Volevo solo rinnovarvi l’incarico a proposito di queste. – disse la cliente.

- Ah, si…mi sono interessata al caso, signorina Spacey…è che… -

- Continuano a spostarsi di stato in stato? -

- Si, individuarli è stato difficile e sono certa che se ne siano già andati. -

- Capisco. -

- La prego…continueremo le indagini… -

- Non sapete cosa cercare, vero? Voi… -

- No, in effetti. E abbiamo paura per lei, perché vuole farsi del male? -

-  Me ne hanno già fatto molto, signorina McCabe. -

- Posso capire… -

- No, non può. Preghi perché non possa mai capire le mie parole. -

 

Bryant Street – poco dopo

Ben Reilly accelerò bruscamente sulla sua moto d’ordinanza, sfrecciando fra alcune macchine.

“Devo smetterla, devo vivere la mia vita.” pensò “Possibile che mi sia ancora difficile pensare che le mie abilità siano soltanto mie e che io non le stia rubando? Accidenti Reilly, sei talmente abituato alle disgrazie da dare un calcio alla fortuna così, senza pensarci! CSI! Saresti un ispettore, guadagneresti il quadruplo, ferie maggiori…per non parlare delle responsabilità, certo, ma quelle sono sempre piaciute ai Ragni.”

Improvvisamente, a qualche chilometro di distanza, Ben vide alzarsi una colonna di luce gigantesca, che sembrava chiamarlo. Si bloccò per un secondo, sfruttando un semaforo rosso per stropicciarsi gli occhi e alzare la visiera del casco: inutile, l’immagine era sempre lì, la vedeva e la percepiva anche ad occhi chiusi.

- Ehi, allora vuoi muoverti? – disse qualcuno più indietro. Era scattato il verde da qualche secondo, e quelli che non vedevano che a bloccare il traffico era un poliziotto, clacsonavano con veemenza. Nessuno sembrava notare quella colonna lucente ed eterea che si ergeva più avanti.

“Ecco, a forza di mortificarmi e ragionare in terza persona sto impazzendo.” Pensò l’agente Reilly abbassandosi la visiera e partendo. Sfruttando il suo equilibrio potenziato, gli fu facile passare in mezzo a numerose macchine ed eseguire curve a tutta velocità che nemmeno il più spericolato fra gli stunt-man avrebbe saputo compiere. Il suo corpo era tutt’uno con il veicolo e alcuni passanti si voltarono a guardarlo sfrecciare a tutta velocità; alla fine, imbucò un vicolo, parcheggiò la moto e aprì il baule porta oggetti. Tre secondi dopo, il Ragno Rosso volteggiava su San Francisco, mentre ad un passante venne inspiegabilmente voglia di urlare “Ehi, ma quello gli ha rubato le pizze!”1

 

Holly Park – nel frattempo

Il Ragno Rosso si lanciò fra gli alberi, nascondendosi da eventuali pericoli. Il segnale luminoso era talmente vicino da sembrare enorme ed accecante, perciò non prometteva nulla di buono. Il supereroe saltò in un altro albero, avvicinandosi ancora; improvvisamente il senso di ragno impazzì e Ben si girò appena in tempo per accompagnare l’assalto di Wolverine.

- Possibile che dobbiamo incontrarci sempre così, noi due? – chiese il clone, atterrando sull’erba. -

- Ti preferivo con il casco in testa, con questo costume sembri un po’… - disse Logan.

- Ehi Rosso. – fece Emma, accompagnata da Colosso.

- È  opera vostra, quell’affare? – chiese Ben rialzandosi e indicando la colonna di luce.

- Si, conoscevo le tue coordinate telepatiche, ma non volevo che i tuoi colleghi ti vedessero parlare con uno schianto come me. -

- Che tra l’altro è una X-Man. Non avrebbe giovato alla tua identità segreta. – terminò Colosso.

- Potevate contattarmi, spiegarmi… - replicò Reilly.

- Sarebbe stato meno divertente. – disse Emma.

- Sei sempre così simpatica? -

- No, solo con quelli che si vestono di rosso. Mi piace il… -

- Va bene, va bene…tagliamo corto, ok? Che volete? -

- Ieri un nostro compagno, la Bestia, è rimasto vittima di un… - Peter si fermò, indeciso.

- Puoi parlare. – disse Ben, rassicurandolo.

- Non sappiamo bene cosa gli sia successo. Crediamo che fosse arrivato più vicino di noi a scoprire cosa c’è dietro a questa serie di omicidi mutanti e che…beh, qualcuno deve averlo fatto uscire di testa, perché ieri ci ha attaccati. È fuori di se.  -

- Voi cosa sapete? -

- Noi? – disse Wolverine – Sappiamo che non è impazzito da solo e che ora è in libertà. -

- E che ovviamente l’uomo con cui ti sei scontrato ieri non è il responsabile del cambiamento di Hank. – aggiunse Peter.

- Franklin Ganaver…già certo. Credo sia una vittima involontaria anche lui. – disse Ben.

Hai qualche idea di dove possa essere Henry? –

 

Palazzo di giustizia su Bryan Street – contemporaneamente

Shirley Lennon ha visto in faccia la morte più e più volte, sui tavoli di obitorio o nelle sparatorie in strada, eppure persino la morte le sembrò migliore (e se non altro più simpatica) di quella vecchia mummia del Comandante Renter.

- Comandante…io mi rendo conto… -

- No, Lennon! Lei non si rende conto. I media sparlano dei nostri fallimenti…dei vostri fallimenti! -

- Con tutto il rispetto, comandante…con maggiori mezzi… -

- Tenente, non le conviene arrischiarsi per questa strada. -

- Non si tratta solo di soldi, ma di menti. Le sto chiedendo di assumere una mente brillante e meritevole…e lodata dai media. -

- Lodata da lei! -

- Mi conosce comandante, sa che… - ma a questo punto la Lennon non ne poté più dei guanti bianchi - …che quando mi ha chiesto di assumere sedici CSI e passarli tutti al terzo livello l’ho fatto, anche se me ne sono pentita. Probabilmente è per quello che i media ci ridono a presso. -

- Lei sta insinuando… -

- Sto insinuando? Erano o no amici di suo figlio, figli dei suoi alleati politici… -

- BASTA! Questo Rully… -

- Reilly. -

- …non lavorerà mai nel nostro CSI! Finché… -

- Finché la stampa non rivelerà questi particolari? – chiese Shirley Lennon, con aria innocente.

 

John McLaren Park – minuti dopo

Mark sedeva su di una panchina, accanto ad un’aiuola di aulenti graminacee.

“Franklin, che fql"% stiamo facendo?” pensava, ricordando in che stato era tornato l’essere al quartier generale dell’organizzazione criminale. Fra loro c’era un legame molto particolare, ognuno sapeva quando l’altro aveva un problema, anche se Mark cercava di ignorarlo per non rassegnarsi ad essere amico di un mostro. Non era un vero e proprio richiamo, ma sembrava che Franklin sapesse sempre quando l’unica persona che l’aveva amato (anche se per finta) era in pericolo: era una sorta di attaccamento dato dall’illusione di un bene necessario, ma stavolta le illusioni non sembravano funzionare, Franklin non si era ancora presentato. Il siero che il Signore del Crimine gli dava lo stava cambiando, prima di allora non aveva mai avuto poteri, era solo un insulso omuncolo con gli occhi gialli.

“Il Boss deve aver trattenuto Frank per sottoporlo ad altri esami…ma perché ci ha chiesto di portare sempre appresso questi strani aggeggi ad ultrasuoni?” pensò Mark giocherellando con il congegno in mano, senza sapere a che servisse.

- Che accidenti… - disse improvvisamente, mentre due mani lo sollevavano di peso.

- Qualcosa mi dice che tu sai dove possiamo trovare Hank McCoy. – disse Wolverine, guardando verso l’albero su cui stava appollaiato il Ragno Rosso. Ben aveva mandato avanti gli X-Men in quanto aveva già incontrato Mark come Reilly e non poteva rischiare di insospettirlo.

Il criminale non rispose a Logan, si limitò a premere il segnalatore. Un dolore lancinante penetrò nelle orecchie dell’artigliato, che lasciò andare la sua preda.

- Che ti succede, Logan? – chiese Colosso, avvicinandosi.

- Mi serve Franklin al McLaren Park! SUBITO! – gridò Mark nel cellulare, poco prima che il calcio di Emma lo raggiungesse.

- Spegnilo! Fatelo smettere… - ruggiva Logan.

La X-Man allora sondò rapida la mente di Mark e subito afferrò l’apparecchio a ultrasuoni.

- Tutto ‘sto casino per un fischietto per cani! – disse, stritolandolo fra le dita diamantine.

Il criminale intanto era rimasto a terra, indeciso sul da farsi, poi lo vide e ghignò.

“Ecco cosa aveva in mente il Signore del Crimine!”

Henry McCoy atterrò sull’erba minacciosamente. Il suo volto era deformato in una smorfia selvaggia, di odio, la bocca era intrisa di bava.

-Hank! – gridò Colosso, cercando di andargli incontro, ma la Bestia gli si lanciò contro. Ben Reilly capì che non poteva più indugiare e saltò giù dall’albero, sparando una tela per separare i due. Il risultato fu che attirò solamente le ire di Henry.

- Non riesco a calmarlo! – gridò Emma, mentre il Ragno Rosso cercava di allontanarlo dal gruppo con un doppio calcio.

 

Cieli di San Francisco - contemporaneamente

Franklin volava, con il vento che gli fischiava nelle orecchie. Le ferite riportate dall’ultima lotta con gli X-Men non erano ancora guarite del tutto, ma questo non l’avrebbe fermato.

Qualche secondo prima era rinchiuso nella sua gabbia di contenimento, dopo l’ennesima iniezione di siero. La mente stava ruotando vorticosamente, quando gli altoparlanti della sua cella hanno gridato John M cLaren Park…Mark è in pericolo…va al McLaren Park… nel suo delirio, erano le uniche parole che aveva carpito. Un secondo dopo aveva prodotto un’enorme esplosione di energia, distruggendo parte dell’edificio e fiondandosi nell’aria.

“Mark.” era il suo unico pensiero.

 

John McLaren Park – poco dopo

Il Rosso si lanciò contro Hank, spingendolo lontano dai passanti.

- McCoy! Torni in sé! – gridò, cercando di tenerlo fermo.

- Ahhhhrrrrr…. – fu l’unica risposta. Nella mischia, un pugno raggiunse il mento di Ben, che finì contrò uno scivolo a una decina di metri di distanza. Colosso allora si lanciò contro il suo amico, sferrando un pugno controllato che la Bestia evitò facilmente.

- Henry…ti prego… -

- …aaarrrgg…t…tuuu… - ululò l’altro, cercando inutilmente di graffiarlo.

- Scusami, amico. – disse Logan, sferrando un artigliata di striscio, poi saltò, evitando il contrattacco e dando modo a Peter di colpire. Emma intanto cercava di inserirsi telepaticamente in quella mente sconvolta dagli istinti primordiali.

- …male…maledetti…tutti… - ruggì Hank, riprendendo l’assalto con una furia instancabile. La sua mente era come immersa in una dimensione in cui tutto sembrava giusto e motivato, anzi non percepiva la condizione di “sbagliato”.

Il senso di ragno ronzò più forte del dolore nella testa di Reilly, quando Franklin planò sulla scena. “Oddio…non se ne sono accorti!” capì Ben, vedendo che gli X-Men non si voltavano a guardare il loro carnefice.

“Corri, Reilly…corri!”

Era questione di frazioni di secondo, Franklin stava scendendo in picchiata ed era ormai a pochi metri dalle sue vittime, il Ragno Rosso invece era terribilmente lontano quando scattò. I muscoli divennero di fuoco, il suo corpo tutt’uno con l’aria. Piegandosi, evitò “Occhigialli” e afferrò Emma, gettandola a terra, poi con un salto si proiettò fra Franklin e gli altri tre X-Men.

- Aaaaaaarrrrrgggghhhh! – gridò Ben, quando l’esplosione lo investì in pieno. Logan saltò contro Hank, spingendolo lontano, mentre Colosso si limitò a proteggersi con le braccia, sfruttando la durezza della sua pelle.

 

San Francisco – luogo imprecisato

- Signore? – fece uno dei tanti galoppini, mentre il Signore del Crimine guardava fuori dalla finestra.

- Mmmmhhh? -

- Sembra che Franklin sia appena giunto… -

- Se lei guardasse fuori, Sandon, saprebbe già tutto. -

- Ha attaccato gli X-Men e…il Ragno Rosso. -

- Di nuovo lui! – disse il criminale, socchiudendo gli occhi – Sembra che l’eroe locale non voglia rassegnarsi a dimenticarsi i miei affari. Chi potremmo usare per liberarcene? -

- Ora? Al momento…non abbiamo persone disponibili… - disse Sandon.

- O meglio, non ci sono persone che se la sentano di affrontarlo? – chiese il Signore del Crimine, girandosi minacciosamente.

- È…è solo che… -

- È solo che i migliori, sono impiegati in affari più remunerativi. Credo sia il momento di rivelarsi a questa città, magari occupandomi personalmente del Ragno Rosso. -

 

John McLaren Park – contemporaneamente

Colosso si voltò di scatto, colpendo Franklin in pieno volto e facendolo rotolare a terra.

- Emma! Stai bene? – chiese poi.

- Si…il Ragno mi ha spinta a terra… -

- Vagli a dare una mano. – disse, vedendolo a terra svenuto, ma la sua richiesta fu coperta da un’esplosione.

- Maaaaarrrrrkkkk! – gridò l’essere rialzandosi e facendo esplodere il terreno sotto Colosso. Peter saltò, sfruttando la spinta per proiettarsi verso “Occhigialli”, che intanto si era voltato verso Mark.

- Vai giù! – gridò Colosso, colpendolo con un pugno, e poi un altro – VAI GIÙ! -

Franklin incassò il colpo, semplicemente irrigidendo il collo. Sembrava incredibilmente resistente.

- Spero ti faccia piacere sapere che è stato anche potenziato con il DNA di un mutante del tutto simile a te!- urlò Mark a Peter. 

 - Ah, si? Buono a sapersi! – gridò Ben saltando addosso a Franklin.

“Niente più remore.” pensò il Ragno “Niente più controllo.” Afferrò il nemico al busto con le

gambe e reclinò la schiena, cercando di trasferire tutta la forza, sia muscolare che meccanica, nei due pugni congiunti. Il colpo fu devastante, la resistenza di Franklin non era tale da resistere ad un colpo da più di dieci tonnellate di forza. - Potevo farlo io. - disse l'X-Man.

- Scusa, ma questo tipo mi ha fulminato, pestato, tirato contro una vetrata... -

- Ok, ok...Emma! Presto…cerca di bloccare i suoi poteri! – gridò allora Colosso. Dopo qualche secondo, Franklin, che ancora cercava di muoversi, si rilasciò finalmente a terra.

Logan intanto stava appresso a Henry  che si era gettato sulla folla, spaventato dall’esplosione.

- Eh no, McCoy! – gridò, colpendolo con un pugno – Credo di capire cosa stai provando… “il tuo io ferino” come diresti tu, che esplode. È una sensazione senza eguali, lo so. -

- nnn…nnnaaaaarrrrr… - fece l’altro, tirandosi in piedi.

- Ma se vuoi provarla, se vuoi essere un animale, non puoi lasciare che qualcuno ti invada il territorio. – concluse Logan, digrignando i denti. I due si guardarono dritti negli occhi, ringhiando, i muscoli tesi e gli artigli sfoderati. Hank balzò, azzannando l’avversario alla gola e macchiandosi del suo sangue; con un calcio, Wolverine allontanò allora la Bestia, cercando di riprendersi dall’emorragia, ma l’altro non gliene diede il tempo e lo attaccò nuovamente. Cercando di non svenire, mentre il fattore di guarigione accelerato chiudeva la ferita, Logan sferrò un’artigliata al volto di Henry, colpendolo poi al ventre. La testa del canadese sembrava insistere nel voler imitare una trottola, la perdita di sangue era stata eccessiva. McCoy tornò alla carica e atterrò il nemico, infilandogli gli artigli nella carne. Fu allora che Wolverine, forse per il dolore, forse per l’odore del suo stesso sangue, perse completamente il controllo. La furia di colpi sembrava inarrestabile, gli schizzi rossi macchiarono le macchine fotografiche e le telecamere dei folli che si erano avvicinati e la cosa più spaventosa era l’incredibile silenzio in cui si svolse il duello, un silenzio rotto appena da qualche affanno. Alla fine, il pugno di Logan raggiunse il viso di Hank e l’adamantio tremò per la forza del colpo. Un attimo dopo, Wolverine si ritrovò l’unico in piedi, sudato, lacero, distrutto.

- Logan! – fece Colosso, correndogli in contro, ma il canadese lo zittì con un gesto e si allontanò di qualche metro. Tutta la libertà che aveva provato nel lottare in quel modo, la piacevole angoscia che aumentava ad ogni colpo erano spariti, e tutto quel rosso sulla pelle pesava come un incudine.

In quell’atmosfera mesta, risuonò macabro l’applauso di due mani guantate.

- Bravi, bravi…vi chiederei il bis, se non avessi fretta. – disse il Signore del Crimine, volando a qualche metro da terra grazie ad un congegno anti-gravitazionale impiantato nella cintura.

 

Strade di San Francisco – contemporaneamente

- Saremo lì fra qualche minuto, sceriffo. Sembra sia intervenuto un altro soggetto. -

- Chi? – chiese la O’Hara, accanto allo sceriffo Higan, guardando l’agente all’interno dell’auto.

- Non è stato riconosciuto. Finora abbiamo il Ragno Rosso, alcuni X-Men, Ganaver e altri due sospetti sconosciuti. -

- Robert, potrebbe essere pericoloso… - disse lo sceriffo.

- Ti ho già detto Mike che voglio esserci. L’attività super-illegale a Frisco è nuova, devo capire. È una mia responsabilità, oltre che tua. -

- Per me è quasi un piacere. – disse Higan, stringendo il fucile.

- Era quello che temevo… - commentò O’Hara, socchiudendo gli occhi.

 

John McLaren Park – nel frattempo

- Chi sei? – chiese Colosso, guardando quella maschera nera ghignante.

- Oh, uno che muove i fili. Uno bravo a farlo, aggiungerei. -

- E se te li tagliassero quei fili? – fece serio Wolverine.

- Signor Logan, io aspetterei a parlarmi in quel modo. Il vostro amico, il dottor McCoy, è sotto l’effetto di un attivante genetico di mia proprietà. Non ha più di due ore di vita, né voi avete la possibilità di curarlo. -

- Sta dicendo la verità, Emma? – chiese Colosso, a voce bassa.

- Non posso leggere nella sua mente. – rispose la X-Man, con una voce carica di rabbia.

- Certo, perché io non lo desiderio, mia cara. Ciò che voglio, invece è darvi la possibilità di salvare il vostro amico. Ho con me l’antidoto. -

- Come possiamo fidarci di te? – chiese Emma.

- Domanda da film! Dovete fidarvi e mi darete ciò che chiedo. -

- Cioè? - 

- Restituitemi Franklin e Mark, sono miei collaboratori. Inoltre, lascerete Frisco oggi stesso. -

- Io non starò ai tuoi patti, cocco. – commentò Wolverine.

- Non ho finito, signor Logan. Voglio che mi consegnate il Ragno Rosso. -

- “Consegnarti”…? – fece Peter.

- Possibilmente, non in buona salute, ma se vuole seguirmi spontaneamente.

- Altrimenti? – chiese secco Ben.

- Altrimenti Henry McCoy morirà. -

Reilly osservò la massa blu a terra, respirava a fatica. Non c’era modo di stabilire se fosse un bluff o meno. Colosso fissò per un attimo il Ragno, sperando, molto segretamente, nelle parole che sentì poco dopo.

- D’accordo. -

- Benissimo, Ragno Rosso. – si compiacque il Signore del Crimine – Prendetelo. -

Da alcune macchine parcheggiate, uscirono degli individui incappucciati con dei fucili dalla fattura fantascientifica. Spararono qualche colpo in mezzo alla folla e attorno a Franklin che era a terra, perché gli X-Men si allontanassero. Altri scagnozzi circondarono Franklin, pronti a sollevarlo, altri ancora raggiunsero Mark. Ben si scambiò velocemente un’occhiata con Emma Frost, prima di consegnarsi a quegli uomini.

- Ora dacci l’antidoto. – disse Colosso.

- Quel che è giusto… - commentò il Signore del Crimine, lanciando a Peter una siringa carica di un liquido rossastro.

- Ha un effetto molto rapido, ma dovrà riposare. – disse il criminale con noncuranza.

- Anche tu! – gridò il Ragno Rosso, saltando verso il Signore del Crimine, ma rimbalzando contro un campo di forza. Emma intanto prese le sue fattezze diamantine e colpì un paio di quei tizi, imitata da Colosso e Wolverine.

- Vedo che considerate il tradimento come un atto eroico! – gridò il Signore del Crimine infuriato. La lotta durò finché non arrivò la polizia, a sirene spiegate. Mark fu il primo a cercare di scappare, correndo verso le macchine.

- Eh, no! – commentò il Ragno Rosso, sparando un dardo soporifero. Il giovane si afflosciò subito a terra, ma alcuni compagni, rispondendo all’attacco di Reilly con proiettili al plasma, lo sollevarono e lo portarono via. Il Signore del Crimine aveva dato ordine di non lasciare nessuno indietro, o almeno nessuno che potesse essere interrogato.

- Nessuno si muova o apriamo il fuoco! – gridò O’Hara in un alto parlante, ma lo sceriffo aveva già dato l’ordine di sparare.

- HIGAN! – ruggì Robert, afferrandolo per la divisa – La prossima volta che apri il fuoco senza avvertire, non mi importa quanto tu possa essere stupido o quanti agganci tu possa avere…troverò il modo di fartela pagare amaramente, perché IO sono un tuo superiore! -

Ormai il danno era fatto: nella confusione, il Signore del Crimine era fuggito e i suoi uomini stavano rispondendo al fuoco, sparando sulla folla. Improvvisamente però si bloccarono sia i criminali che i poliziotti, rimanendo immobili, con lo sguardo fisso e il dito sul grilletto.

<<Molto bene…ora pensate tutti allo schianto di ragazza che vi tiene bloccati!>> suggerì telepaticamente Emma Frost, mantenendo calme le loro menti.

 

Tetto dell’hotel “San Josè” – Un’ora dopo

- Almeno la polizia li avrà trovati allegri quando li ha interrogati. – disse il Ragno Rosso, sorseggiando il suo caffè. Ad ascoltarlo, c’era solo Hank McCoy, in un letto, intento a ricostruire le sue ore di follia.

- Già…Emma è…è sempre un po’ narcisista. – commentò infine la Bestia.

- Non sono presuntuosa…anche se in effetti ho tutti i motivi per esserlo. – commentò la bionda.

- Appunto. -

- Tu come stai, Hank? – chiese Colosso, battendogli sulla spalla.

- Sono ancora in grado di stenderti, ma per il momento preferirei farlo a scacchi. La debolezza dipende dalla ristrutturazione del mio codice genetico, ci vorrà ancora un po’ e sarò come nuovo. -

- Non credo che Peter intendesse questo. – disse Logan.

- Io non ho altro da dire…a parte, scusa per il morso. -

- I morsi. – puntualizzò Wolverine.

- Ahi… - compenetrò nel dolore dell’amico.

- Già. -

- Beh…allora che ne sarà di Franklin? – chiese il Ragno Rosso.

- Lo porteremo alla scuola, crediamo di poterlo curare. – disse McCoy, guardando Peter.

- Credo che sia il posto giusto. – disse Ben, alzandosi – Beh, vi assicuro che è stato un piacere. -

- Anche per noi. – disse Colosso, stringendogli la mano.

- Beh, veramente… - cominciò Emma.

- Lo è stato. – ripeté Peter.

- Ok, buon viaggio fino a NY! Portate i miei saluti ai ragni locali! – gridò Reilly, saltando dalla finestra.

 

Stazione di Richmond – Alcuni minuti dopo

Ben si rese conto che quel giorno non aveva ancora visto Helen, non era passato da casa.

“Non posso continuare così…mio Dio! Lei ha solo bisogno di me, adesso! Aiutarla sarebbe…così…semplice, ma quando le sono accanto è tremendo. Se solo ci fosse…non lo so, una regola, qualcosa da poter seguire…lei ha capito una cosa di cui ho paura: la vita deve andare avanti, ma non come se non fosse successo niente.”

Strinse la divisa fra le mani, stando davanti all’armadietto. Improvvisamente, la porta si aprì con un colpo secco.

- BEN! Io ti amo! – a gridarlo era stato Steve Harris, il che rendeva la frase abbastanza…pericolosa.

- Uh…si…Steve, io non sono contrario… -

L’agente abbracciò il Ragno con tutta la sua forza, lasciandolo senza parole.

- Tieni! Aprila! – gridò poi, passandogli una lettera. La busta conteneva un foglio ufficiale della sezione CSI di San Francisco.

Con la presente, si comunica a REILLY BENJAMIN PETER la sua promozione al grado di ISPETTORE e il suo trasferimento alla sezione CSI con effetto dalla data del…

Ironicamente, il nome “Reilly Benjamin Peter” e “Ispettore” erano scritti maiuscoli, il che li collegava direttamente.

- Ah…io… -

- E io ne ho ricevuta una uguale…beh, non proprio Ispettore, sono nel laboratorio di analisi…io non finirò mai di ringraziarti, sarò il tuo schiavo per tutta la vita… -

Ben riusciva solo a sorridere. Era felice, felice della lettera, felice del fatto che la Lennon non avesse aspettato di sentire il suo parere, perché se l’avesse fatto probabilmente la solita morale da “non sono io, non è la mia vita…” si sarebbe fatta di nuovo sentire e la sua stessa decisione lo avrebbe reso infelice. Reilly ora si sentiva proprio come voleva sentirsi e questo gli stava insegnando molto.

- Ehi, voi! – li chiamò O’Hara ridendo appena uscirono dallo spogliatoio – Sono qui proprio perché so tutto. Complimenti, avete corrotto il tenente Lennon, eh?-

- Noi… - fece Steve.

- E che ci fate in divisa? – continuò con fare bonariamente severo.

- Beh, siamo di pattuglia. – rispose Ben.

- Sentite, sono arrivato tanto così dal picchiare quel pistolero dello sceriffo Higan e non mi va di arrabbiarmi ancora a causa di due agenti che magari non hanno neanche pulito la loro pistola perché sono euforici per la loro promozione. Filate a cambiarvi, ci sono abbastanza agenti di pattuglia stasera. -

- Dice sul serio? -

- Filate! – gridò O’Hara, sorridendo e osservandoli rientrare nello spogliatoio.

- Era necessario venire a vederli, Robert? – chiese Shirley Lennon, uscendo da dietro l’angolo.

- Si, assolutamente. Allora, ti hanno corrotto? -

- No, ma Reilly mi ha stregato. -

- Non dovresti dirlo proprio a me… -

- Dai, hai capito. Pensavo che non sarei mai riuscita a convincere il comandante. -

- Ci avrei pensato io, nel caso. Ma come hai fatto? -

- Non dovrei dirlo proprio a te. – disse il tenente Lennon girandosi verso la porta.

 

Casa Reilly – poco dopo

Ben non aveva ascoltato nessuno durante tutto il tragitto, si era negato ai festeggiamenti di Steve, perché aveva altri progetti.

- Ciao Ben… - disse Helen appena la vide.

- Silenzio. – disse il suo compagno prendendola per mano e conducendola di corsa verso la camera da letto. Dalla porta chiusa si udirono urletti striduli e risatine per un alcuni minuti, poi Reilly uscì di corsa, tenendo Helen sulle spalle, vestita elegantemente.

- BEN! SMETTILA! -

Ben non avrebbe voluto sentire altro. Volteggiarono di discoteca in discoteca, ridendo spensieratamente e entrambi si resero conto che per una notte, era bello dimenticare.

 

Fine Parte 3

 

Si concludono Scena del crimine e Blood. Spero vi siano piaciuti, mio pubblico…(ehi! Svegliatevi! Sto parlando con voi!) Beh, volete sapere cosa combinerà Ben al CSI? Volete scoprire se l’oblio di Helen è totale? No? Allora seguite le storie del Ragno Rosso!

 

Un saluto particolare a Savi da Giggiolone, l’orsacchiotto bambinone! (credetemi, mi ha costretto a scriverlo con i mezzi più abominevoli…)



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